Comunicato stampa
Fertility Day: il Ministero della Salute esclude dalle manifestazioni l'Associazione per la Donazione Altruistica e Gratuita dei Gameti
Ennesima discriminazione verso le Associazioni delle coppie infertili, già ignorate nella preparazione del Piano Nazionale per la Fertilità
Come sottolineano le Associazioni firmatarie di questa nota: «Si tratta di scelte antidemocratiche che violano il diritto costituzionale alla genitorialità sancita dalle sentenze della Consulta. È questo il risultato di una politica miope che ignora i dati statistici a livello internazionale, secondo i quali la Riproduzione Assistita è uno dei rimedi più veloci contro la denatalità. Con l'agevolazione dell’inserimento della PMA nei LEA, in Italia si avrebbe infatti un immediato raddoppio delle nascite ottenute con i relativi trattamenti, aumento stimabile, sulla base delle richieste, in oltre 25000 nati l’anno, il 5 per cento del totale.»
ROMA, 8 settembre 2016 – È notizia dell'ultim'ora che l'Associazione Italiana per la Donazione Altruistica e Gratuita dei Gameti (Aidagg) è stata esclusa dal partecipare alle manifestazioni del Fertility Day, programmate dal Ministero della Salute. Si continua a ignorare che il diritto alla genitorialità delle coppie infertili, attraverso la Riproduzione Assistita, è stato riconosciuto dalla Consulta come meritevole di tutela costituzionale. E si continua a sottovalutare l'incidenza che la Procreazione Medicalmente Assistita può avere nella lotta alla denatalità. Dunque si allarga e aggrava il fronte della protesta delle Associazioni che tutelano i pazienti sterili, già escluse dalla preparazione del Piano Nazionale per la Fertilità, approntato dal Ministro Lorenzin per promuovere la fertilità e l’incremento delle nascite. Esclusione incomprensibile, dal momento che la Riproduzione Assistita rappresenta uno degli strumenti più efficaci, sicuramente il più veloce, per combattere la denatalità. E ciò perché -è lapalissiano - coloro che decidono di sottoporsi ai trattamenti i figli li vogliono subito, senza bisogno di essere convinti attraverso un piano di comunicazione.
Le associazioni “Hera”, “L'altra Cicogna”, "Amica Cicogna", "SOS Infertilità" e naturalmente " Aidagg", portano avanti una contestazione tanto forte e argomentata, quanto propositiva. Nei paesi che hanno effettuato politiche di sostegno alle coppie infertili, i bambini nati con l’aiuto della Procreazione Medicalmente Assistita raggiungono percentuali anche del 5-6 per cento, con una punta nei paesi scandinavi che tende a raggiungere una percentuale a due cifre. Guardiamo i dati Istat e del Ministero della Salute. L’Italia è fanalino di coda, ferma al 2,5 per cento, causa il mancato inserimento della PMA nei Livelli Essenziali di Assistenza, facilitazione che invece raddoppierebbe tale percentuale, consentendo anche alle coppie meno abbienti di accedere alle cure, con una previsione di oltre 25000 nati l’anno, il 5 per cento del totale.
Ciò comporterebbe un’importante compensazione alla costante diminuzione di nascite da gravidanze spontanee, in una nazione come quella italiana, in cui l’età media del primo parto è di 32,1 anni, con un tasso di fecondità sceso ai livelli minimi di 1.29, ben al di sotto della “soglia di sostituzione” 2.1, che garantisce il mantenimento della popolazione. Il sostegno statale nella PMA è dunque cruciale: nella ricca Germania, ad esempio, tra il 2004 e il 2005 le coppie trattate sono dimezzate solo per aver soppresso la gratuità di un farmaco, pur mantenendo immutate le condizioni dell’intervento.
Il Ministero della Sanità come può trascurare questi dati e queste previsioni? Come può tenere così in poco conto il conquistato diritto alla genitorialità delle coppie infertili, ormai costituzionalmente riconosciuto a suon di sentenze della Consulta? Come può il Ministro Lorenzin, se davvero si prefigge l’incremento della nascite, perseverare da due anni nella politica degli annunci e non dare seguito all’inserimento della PMA, sia omologa che eterologa, nei Lea? Perché a tutt’oggi in Italia non è stata fatta una alcuna campagna per la donazione dei gameti? Come si fa a non capire che la possibilità di scegliere di diventare genitori va garantita soprattutto a chi i figli li desidera più di ogni altra cosa, e tuttavia è costretto a confrontarsi con l’impossibilità di averne?
Se lo chiedono le famiglie dei pazienti con difficoltà riproduttive, che affrontano le cure necessarie e da anni denunciano i mille pretestuosi ostacoli frapposti al superamento reale dei problemi. Eppure, va ribadito, la riproduzione assistita è oggi uno strumento efficace e sicuro per combattere la denatalità su larga scala.
Sono interrogativi e rivendicazioni che s’incrociano con le proteste suscitate dall’impostazione del Fertility Day promosso dal Ministero. Da un lato, si chiede in modo del tutto “ideologico” - senza attuare le opportune politiche in tema di lavoro, abitazione, welfare e sostegno alle famiglie - di non aspettare la cicogna. Dall’altro, ed è paradossale, non ci si occupa di quelle coppie, in numero sempre più ampio e in costante crescita, che cercano soluzioni alla patologia dell’infertilità, ma non riescono ad accedere alle cure per motivi economici o per la mancanza di informazioni e di un sistema sanitario correttamente strutturato.
Conviene allora fare cenno alle esperienze condotte dalle Associazioni delle coppie infertili. In Sicilia, l’Associazione Hera ha organizzato nei mesi scorsi importanti iniziative, all’interno dei vari distretti sanitari, per far conoscere le problematiche e promuovere modelli organizzativi che coinvolgano nel territorio tutte le diverse competenze mediche interessate, dai medici di medicina generale a quelli dei consultori, dagli specialisti a quanti operano nei centri di PMA. Allo stesso modo, sempre grazie alle associazioni, in altre Regioni risulta avviata la diffusione delle informazioni sulla tutela della fertilità e sui percorsi medici da seguire, nonché la formazione e sensibilizzazione degli operatori sociosanitari. In particolare in Sardegna “L'altra cicogna” gestisce i percorsi di informazione e formazione in materia di PMA per le coppie e i cittadini, in collaborazione con l'ospedale Microcitemico di Cagliari; in Puglia, in sinergia con la Regione, da quattro anni è attivo un sistema di centri di ascolto.
Si chiede che un analogo sforzo venga fatto dal Ministero che, invece, nell’organizzazione del Fertility Day non ha mai coinvolto i centri di PMA, ha tenuto volutamente e colpevolmente fuori gli operatori della fertilità, ha ignorato di mettere in rete sinergica le competenze mediche collegate, nonchè le Associazioni dei Pazienti. Inoltre anche nella stesura del Piano nazionale di Fertilità ha escluso ogni coinvolgimento dei pazienti e delle loro organizzazioni.
Non resta che sottolineare come la “Giornata per la fertilità” e le sue modalità siano l’ennesima dimostrazione dell’incapacità di questo Ministero, e di quelli che l’hanno preceduto, di liberarsi da pregiudizi ideologici nella trattazione di temi così delicati: gli stessi condizionamenti che hanno impedito finora di adottare risoluzioni concrete ed adeguate azioni politiche ed amministrative.
L’emergenza della denatalità, che ha certamente ricadute gravissime sul futuro della nostra società, non necessita di slogan e vignette, bensì di politiche indirizzate a sostenere le famiglie, creare lavoro, risolvere la crisi abitativa, affermare la parità di genere; ma anche di campagne informative, soprattutto nelle scuole, per il miglioramento dell’ambiente, della qualità degli alimenti e degli stili di vita. E necessita inoltre di un impegno straordinario per l'educazione sentimentale e sanitaria dedicata alla tutela della fertilità.
Si tratta di valutazioni che dovrebbero far ripensare a tante scelte governative e richiedono di mettere da parte i preconcetti per lavorare seriamente in sinergia con gli specialisti del settore, i soli che possono elaborare e proporre soluzioni concrete, i soli che possono fondare e incrementare una vera “cultura della fertilità”.
Se possiamo dare un consiglio al Ministro Lorenzin, faccia in modo che questo primo Fertility Day del 22 settembre venga ricordato dalle coppie come il giorno in cui è stato dato loro il via libera per recarsi nei centri di Pma e accedere alle cure a carico del Sistema Sanitario Nazionale.
FIRME
Aidagg – Associazione italiana per la donazione gratuita e altruistica dei gameti
Associazione Hera Onlus
Amica Cicogna onlus
L'altra Cicogna onlus
Sos infertilità onlus