Un monito al Governo dalle Associazioni che rappresentano i pazienti infertili:
Il Ministro alla Salute mantenga la promessa e inserisca subito la PMA nei Lea
La posizione comune è stata espressa con forza nel convegno che si è svolto a Viagrande
VIAGRANDE (CATANIA) – Il Governo mantenga la promessa e inserisca subito la Procreazione Medicalmente Assistita nei Livelli Essenziali di Assistenza. Lo hanno ribadito con forza le numerose associazioni italiane che da anni si battono per la cura dell’infertilità. Riunitesi in convegno a Viagrande (Catania), i sodalizi che sostengono i pazienti infertili hanno rilevato come ai reiterati annunci del Ministro della Salute Beatrice Lorenzin non sono conseguiti finora fatti reali. Le associazioni presenti hanno assunto, pertanto, l’iniziativa condivisa di convocare le Istituzioni (Governo, Commissioni Parlamentari e rappresentanti delle Regioni) ad un confronto che si svolgerà a Roma nel corso del prossimo convegno, in programmazione nei giorni 11 e 12 dicembre nei locali della Camera dei Deputati presso la Sala Refettorio di Palazzo San Maguto.
Propedeutico all’appuntamento romano, il meeting che si è svolto in questo fine ottobre alle pendici dell’Etnea ha posto dunque in rilievo un’emergenza non più procrastinabile. Più in generale le associazioni hanno ribadito il proprio impegno a farsi motore di un progresso culturale e scientifico che segni nel Paese una netta evoluzione della Riproduzione Assistita, quale può delinearsi sulla scorta delle pronunce della Corte Costituzionale, che si sono occupate della Legge 40/2004. Le due sentenze 151/2009 e 162/2014 hanno infatti recepito l’orientamento dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, collocando l’infertilità tra le patologie umane. A fronte di tale riconoscimento, la Consulta ha altresì affermato che la cura dell’infertilità va costituzionalmente garantita su più fronti, configurando il perseguimento della genitorialità e come diritto alla salute e come diritto della persona.
Nella tutela di tale diritto, primo passo fondamentale - come hanno affermato i rappresentanti delle associazioni di fronte ai rappresentanti delle istituzioni nazionali e regionali che hanno accolto l’invito al convegno - è ottenere un trattamento uguale per tutti i cittadini, mirando in prospettiva alla creazione ed organizzazione della rete di servizi relativi alla PMA.
Esistono tutte le condizioni, quindi, che impongono la previsione delle cure di PMA all’interno dei LEA. Esigenza, peraltro, già sentita da alcune Regioni che hanno provveduto, con provvedimenti autonomi, ad includerla già nei LEA regionali. Tale circostanza rende ancora più urgente un intervento del Governo per l’inserimento nei LEA nazionali, finalizzato anche risolvere una situazione di grave disparità fra Regioni, nonché a porre fine ad inappropriati sistemi di compensazione per mobilità sanitaria extraregione, per un ammontare di decine di milioni di euro.
Sono questi solo alcuni dei nodi affrontati a Viagrande. Eloquente già nel titolo, il convegno catanese “Prospettive per una nuova organizzazione umanizzata della Riproduzione Assistita che pone al centro il paziente-persona”, è stato promosso dall’Associazione Hera con il patrocinio del Comune di Catania. Insieme a Mario Gambera, presidente di Hera, sono intervenuti tra gli altri Laura Volpini, presidente di AIDAGG, Monica Soldano, presidente di Madre Provetta, Rossella Bartolucci, presidente dell'associazione SOS Infertilità, Maria Ciccarone, presidente di Gemme dormienti. Per AIDAGG erano presenti anche il vicepresidente Sebastiano Papandrea e il presidente del comitato scientifico Gianni Baldini, entrambi avvocati che hanno assistito le coppie nei procedimenti innanzi alla Corte Costituzionale. mentre per l’Associazione Amica Cicogna è intervenuta l’avvocato Giorgia Allegra.
Il versante medico-scientifico era rappresentato dal ginecologo Antonino Guglielmino, direttore dell’Istituto di Medicina e Biologia della Riproduzione UMR/HERA di Catania, dalla biologa Sandrine Chamayou, responsabile scientifico del suddetto istituto, e da Maria Santo, presidente del Collegio Provinciale delle Ostetriche di Messina. Importante è stata l’interlocuzione con le istituzioni, sviluppata nel dibattito cui hanno preso parte Fiorentino Trojano, assessore del Comune di Catania con delega “Armonia Sociale e Welfare”, il deputato nazionale Giovanni Burtone e i parlamentari regionali Angela Foti e Stefano Zito.
Inquadrare la cura dell’infertilità quale diritto a copertura costituzionale riveste particolare rilevanza sociale a causa dell’elevato e crescente numero di coppie che non riescono ad avere figli per motivi fisiologici, ma anche sociali ed ambientali. Situazione aggravata dalla crisi delle nascite che, nell’ultimo anno, ha fatto registrare in Italia i dati più bassi dal 1800.
In questa visione, l’inclusione nei LEA nazionali rappresenta occasione per ripensare l’organizzazione dell’intero sistema della Riproduzione Assistita, rivedendo il ruolo di tutti gli attori coinvolti, dai Centri di PMA ai pazienti, dai medici di medicina generale ai consultori familiari, dai genetisti agli psicologi, senza trascurare altri possibili operatori, quali ad es. i medici oncologi che possono essere sensibilizzati e coinvolti nei procedimenti finalizzati alla preservazione delle capacità riproduttive.