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Oggi è stata depositata la Sentenza della Corte Costituzionale n. 96/2015 con la quale è stata dichiarata l’illegittimità costituzionale della L. 40/2004 laddove escludeva la possibilità alle coppie fertili ma potatrici di gravi malattie genetiche ereditariamente trasmissibili di accedere alle tecniche di Procreazione Medicalmente Assistita al fine di poter effettuare la diagnosi preimpianto.  La Consulta ha riconosciuto che tale norma è contraria agli artt. 3 e 32 della Costituzione violando sia il principio di eguaglianza e ragionevolezza che quello di tutela della salute. Sotto il primo profilo, infatti, la norma è irragionevole posto che,  “il nostro ordinamento consente, comunque, a tali coppie di perseguire l’obiettivo di procreare un figlio non affetto dalla specifica patologia ereditaria di cui sono portatrici, attraverso la, innegabilmente più traumatica, modalità della interruzione volontaria (anche reiterata) di gravidanze naturali”. Dal che, chiarisce la Consulta, “la violazione anche dell’art. 32 Cost., in cui incorre la normativa in esame, per il mancato rispetto del diritto alla salute della donna. Senza peraltro che il vulnus, così arrecato a tale diritto, possa trovare un positivo contrappeso, in termini di bilanciamento, in una esigenza di tutela del nascituro, il quale sarebbe comunque esposto all’aborto.”

Esultano le associazioni che da anni denunciano come la legge 40/2004 fosse il frutto, come chiarisce oggi la Corte Costituzionale,  “di un di un irragionevole bilanciamento degli interessi in gioco, in violazione anche del canone di razionalità dell’ordinamento – ed è lesiva del diritto alla salute della donna”.

Il Prof. Mario Gambera, Presidente dell’Associazione HERA di Catania si dichiara soddisfatto di questo ulteriore risultato ottenuto dalle coppie. Sul punto si era già espressa nel 2012 la Corte Europea per i Diritti dell’Uomo riconoscendo che il divieto di accesso alle coppie fertili portatrici di malattie generiche violava gli artt. 8 e 14 della Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali. Oggi la Sentenza della Corte Costituzionale elimina definitivamente dal nostro ordinamento questo limite odioso. Dispiace solo che questo risultato si abbia a distanza di anni, quando già dalla sua emanazione erano chiari i difetti della legge 40/2004, e che tante coppie siano state frattanto costrette a subire questa assurda restrizione.

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